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giornale di cantiere  

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27 marzo 2002
 
Compilation di vecchi successi.
Ho passato la mattinata in un giro tra clienti affezionati, persone che mi chiamano regolarmente da dieci, quindici anni.
Molti sono anziani e sembrano appartenere ad una specie in via d'estinzione.
Non ti chiedono un preventivo spese: se t'hanno chiamato vuol dire che si fidano.
Non hai ancora cominciato il lavoro e già vorrebbero pagarti.
Ti offrono in continuazione da bere, un caffè, resti a pranzo da noi? Ti parlano.
Persone che non hanno mai imparato la distinzione tra rapporti di lavoro e rapporti umani.



22 marzo 2002

 
Noi siamo archeologi della Storia minima.
Ogni volta che abbattiamo un intonaco guasto, smontiamo un tetto, scaviamo tra le fondamenta di un edificio, noi riportiamo alla luce le tracce di uomini scomparsi. Uomini che hanno lasciato orme indelebili o piccoli segni effimeri che distruggiamo col nostro passaggio.
Là un sapiente colpo d'ascia ha adattato la trave al muro. Qui il lungo chiodo di ferro forgiato è entrato storto (ed è come se sentissi la bestemmia per la martellata maldestra). Quest'arco sormontava una finestra: perché fu richiusa? Quella fessura segna dove la casa fu ampliata in fretta: un matrimonio o un trasloco improvviso? Tutta questa fuliggine sui muri, cosa racconta? un incendio o lunghi inverni stretti intorno al camino difettoso, con gli occhi che lacrimano per il fumo e la tramontana che frusta la schiena attraverso le imposte?
Una nicchia scavata per celare i beni più preziosi e difenderli da chissà quale guerra, i cocci del catino in cui una ragazza si lavò i capelli perché oggi è domenica e voglio essere la più bella. I gradini scavati al centro da passi infiniti, il sottotetto dove generazioni di barbagianni hanno tirato su una piramide polverosa con le ossa delle loro piccole prede. L'impronta di una mano sopra un tegolo rotto, le orme frettolose di un gatto sopra un mattone: momenti impressi sull'argilla fresca e cristallizzati dal fuoco della fornace.
Sfioro questi segni con rispetto prima che finiscano nel mucchio indistinto delle macerie.
Cose di nessun valore, dicono.




18 marzo 2002

 
Il giornale di cantiere è il registro nel quale il buon capomastro annota giorno per giorno gli eventi principali, lo stato d'avanzamento dei lavori, la presenza di manodopera ed il suo impiego, le condizioni metereologiche, il ricevimento dei materiali e tutto ciò che può essere utile ricordare.
Giovanni Astrua nel suo Manuale completo del capomastro assistente edile raccomanda: "Questo quaderno deve essere tenuto senza correzioni né cancellature, senza spazi in bianco, redatto con la massima sobrietà; avvertendo che è utile ricordare i fatti, inutile e spesso dannoso i commenti, le considerazioni e gli apprezzamenti personali."

Naturalmente io farò esattamente il contrario.





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